Parma Casse in Rosso

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Nei territori dei ducati di Parma, Piacenza e Guastalla non è possibile risalire con esattezza a quando il gioco del lotto sia stato introdotto. Secondo i più illustri studiosi, tra i quali non possiamo non citare il Petitti di Rereto, nei tre ducati il gioco venne introdotto all´inizio del XVIII secolo (1700), più o meno nello stesso periodo in cui il gioco faceva le prime apparizioni a Milano.

Carlo Petitti di Roreto
Carlo Petitti di Roreto

Il primo documento ufficiale di cui si ha notizia relativamente al gioco risale al 3 luglio 1753. Dall’esame di quella “Grida” si può capire molto sull´effettivo funzionamento del gioco in quella regione e si scopre che era scaduta la “sejennale locazione dell´impresa de’ Seminari di questa città di Parma, Piacenza e Guastalla e loro Stati sopra le estrazioni del lotto di Parma, Milano, Venezia, Genova e Roma”.
In altri termini, era possibile giocare non solo sulle estrazioni effettuate a Parma ma anche scommettere sulle quelle compiute nelle altre principali città italiane ove il gioco era già consolidato.

Il rinvenimento di una bolletta dell´epoca ha reso possibile risalire al fatto che anche negli stati farnesi il gioco si basava sulla estrazione di una lista di giovani orfane in età da marito, le più fortunate delle quali ottenevano in regalo un’adeguata dote per coronare il loro sogno d’amore. In proposito si ha notizia di un avviso di un’estrazione effettuata il 7 maggio 1755 che riporta l´elenco delle partecipanti. Con altro bollettino informativo si rende noto l´elenco delle nubili che si aggiudicarono la dote. Nonostante la rapida diffusione del gioco, la sua gestione non fu sempre felice.

Nel 1757, in occasione dell´estrazione del 10 febbraio, si ha la prova che l´erario registrò una secca perdita.

 

A fronte infatti di 19.588 lire di incasso, furono pagate ben 34.000 lire di vincite, con un disavanzo di ben 14.412 lire. Il lotto a Parma restò immutato sino al 1802, anno della morte del Duca Ferdinando, ultimo duca degli Stati farnesi.

In quell´anno il ducato di Parma passò sotto l´autorità di Napoleone che inviò il Consigliere di Stato, Moreau de Saint-Mery, al fine di amministrare i nuovi territori acquisiti con la Campagna d’Italia.

Come era abitudine della classe dirigente d’oltralpe, si volle dare al ducato parmense gli stessi ordinamenti vigenti in Francia.

Ferdinando I di Parma

Anche il lotto subì questa nuova impostazione. Pur restando formalmente in vigore, il lotto parmense dovette adattarsi alle regole della simile Lotteria Imperiale Francese. A testimonianza di questa profonda innovazione, resta l´editto firmato dal consigliere Moreau, datato 4 settembre 1805.
Con la caduta di Napoleone, il Ducato di Parma uscì dalla sfera d’influenza francese e, datosi un Governo provvisorio, ristabilì, in materia di lotto, le vecchie regole prenapoleoniche del “Gioco del Seminario” abbinato alle povere ragazze in et da marito. Venne stabilito che le estrazioni, al fine di “rendere l´atto solenne e garantire la pubblica fede”, fossero svolte sotto il portico grande della Piazza di Parma alla presenza del Podestà, del Procuratore del Governo e dei Commissari di Polizia. Nel 1863 fu emanata una disposizione dal Governo piemontese secondo la quale tutte le varie regolamentazioni locali in materia di lotto erano abrogate e si intendevano valide quelle nazionali. Il lotto “farnese” si tingeva definitivamente di tricolore.

Photo of Carlo Petitti di Roreto by presse du Le Pays de France.
Photo of Ferdinando I di Parma by Laurent Pêcheux.

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